A sentire certe dichiarazioni, sembrerebbe che la città di Chiari sia l’epicentro di una vera e propria emergenza: stando a quanto raccontato dal Sindaco, nell’area della stazione ferroviaria si aggirerebbero spacciatori e orde di stranieri pronti a tutto, mentre nelle periferie dilagherebbero bande di criminali armate fino ai denti.
Per verificare questa situazione, se un osservatore esterno facesse un giro in questi presunti luoghi di tensione cosa troverebbe:
- Alla stazione, l’unico “assalto” è quello ai banconi del bar, dove pendolari assonnati cercano ristoro in un caffè.
- Nelle periferie, invece di bande di ladri, si noterebbero cancelli regolarmente chiusi, tetti integri e un signore che passeggia col cane.
- Le forze dell’ordine sono presenti come di consueto, e gli agenti si muovono normalmente in auto, fermandosi qua e là per un caffè.
Non sembra, dunque, di trovarsi nel mezzo di un conflitto. Anche in centro, dove si temevano rapine a ogni angolo, i negozi appaiono tranquilli.
Al netto di tutte le esagerazioni, il problema che emerge riguarda piuttosto l’assenza di interventi concreti. Infatti, nonostante i toni allarmistici, dal bilancio comunale risulterebbero inesistenti (o quasi) nuovi investimenti in sicurezza. Quanto al cosiddetto “cane eroe” Athena, sulla sua funzione effettiva i cittadini restano perplessi.
La competenza in materia di ordine pubblico è prevalentemente statale. Tuttavia, chi amministra una città può comunque adottare misure e progetti adeguati, anziché puntare il dito contro un presunto “nemico” invisibile. Restano quindi le domande: si vuole davvero risolvere qualcosa o è più utile continuare a evocare scenari drammatici, senza affrontarli in modo serio?
Alla fine, Chiari sembra tutt’altro che un inferno.
E il peggior incubo, forse, non è la criminalità inesistente, bensì un’Amministrazione che invita a temere il peggio senza offrire soluzioni reali.