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Una visione della politica che ha come riferimento la Persona, il Bene Comune e il coinvolgimento dei cittadini.

Faso tuto mi

02/03/2025 00:00

Per Una Chiari Virtuosa

Amministrazione Locale,

Faso tuto mi

La gestione del teatro passerà interamente nelle mani del sindaco. Ne sarà in grado? O sarà invece l’ennesima occasione persa?

Negli ultimi giorni, a Chiari, è emersa con forza la questione legata alla futura gestione del Teatro Sant’Orsola. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, l’Amministrazione Zotti ha deciso di non proseguire con la cabina di regia composta dalla cooperativa “La Nuvola nel Sacco”, dalle associazioni culturali clarensi e dal Comune, così come previsto durante la precedente amministrazione. Al suo posto, la gestione passerebbe interamente nelle mani dell’Assessorato alla Cultura, di cui il sindaco stesso ha mantenuto la delega.

 
Il Teatro Sant’Orsola è rimasto chiuso per decenni. Fu l’Amministrazione Vizzardi a dare il via a un percorso di recupero della struttura, portato avanti in parallelo a un progetto di gestione condivisa. L’idea alla base era di promuovere la *coprogettazione* con associazioni culturali locali, enti del terzo settore e professionisti del mondo teatrale, in modo da restituire alla città un teatro vivo, con una programmazione culturale ricca e partecipata.  

La visione prevedeva di affidare la direzione artistica a soggetti competenti e di collaborare con chi la cultura la fa tutti i giorni sul territorio. In questo modo, i cittadini avrebbero beneficiato di una stagione teatrale professionale e, al tempo stesso, radicata nella realtà clarense.  


Con il cambio di giunta, l’orientamento è radicalmente mutato. Come accaduto in altri ambiti (dal Piedibus ai servizi pre e post scuola), sembra che la nuova Amministrazione stia optando per una gestione interna, riducendo o azzerando il coinvolgimento degli operatori locali.  

Nella pratica, la decisione si traduce in un ritorno dell’intera gestione del Sant’Orsola all’interno degli uffici comunali. Da un lato, si parla di “rivalutazione dell’interesse pubblico”; dall’altro, sembra che non esista ancora un piano alternativo strutturato e condiviso.  

 
Il Sindaco Zotti detiene oltre 15 deleghe (fra le altre Bilancio, Sicurezza, Agricoltura, Lavoro, Sanità, Comunicazione, Ambiente, e ora anche Cultura). È lecito domandarsi se, con un impegno così ampio, ci sia effettivamente tempo e competenza sufficienti per seguire al meglio un progetto così complesso come la gestione di un teatro.  

È risaputo che un teatro non si limita ad “aprire le porte” e “accendere le luci”: richiede programmazione artistica, rete di contatti, competenze specifiche e un coinvolgimento costante di associazioni e professionisti del settore.  

  
Resta da capire che cosa accadrà a una struttura destinata, nelle intenzioni originarie, a diventare un polo culturale e aggregativo. Senza un progetto definito, il timore è che il Sant’Orsola possa trasformarsi nell’ennesimo simbolo di una politica fatta di annunci ma povera di contenuti.  

 

In tanti si chiedono, inoltre, se la volontà di cancellare il progetto precedente non sia dettata più dalla necessità di prendere le distanze dall’Amministrazione Vizzardi che da una reale valutazione nel merito.  

  
Il caso Sant’Orsola invita a una riflessione più ampia sul valore della cultura come leva di sviluppo per le comunità locali. Senza un dialogo costruttivo con chi opera sul territorio e senza un disegno chiaro, la semplice “gestione in proprio” rischia di rivelarsi inefficace. 

 

Solo i prossimi mesi diranno se il Sant’Orsola diventerà realmente un teatro vivo o se rimarrà, invece, l’ennesima occasione persa.  

 

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